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GAETANO BRESCI: attentatore di Umberto I
La sera del 29 luglio 1900, a Monza, il re d'Italia Umberto I si allontanava, a bordo di una carrozza scoperta, dalla palestra della società ginnica "Forti e liberi", dove aveva premiato alcuni atleti. Ad un tratto, gli si avvicinò un giovane il quale, armato di una rivoltella, colpì a morte il sovrano. 
Il giovane attentatore fu subito arrestato e identificato. Il suo nome era Gaetano Bresci, 31 anni, anarchico toscano, di professione tessitore. 
Bresci viveva negli Stati Uniti, nel New Jersey, ed era tornato in Italia il 17 maggio con l'obiettivo preciso di uccidere il re. La motivazione del gesto la fornì lo stesso Bresci: egli voleva vendicare gli operai uccisi due anni prima a Milano, durante una manifestazione contro il caro vita. L'ordine di far partire le cannonate era partito dal generale Bava Beccaris, ma la responsabilità politica dell'aggressione agli operai era, secondo molti, del re in persona. 
Gaetano Bresci fu rinviato a giudizio dalla Corte d'Assise di Milano e il processo si svolse con una rapidità insolita per quei tempi. Giudicato colpevole del delitto di regicidio, Bresci, con sentenza del 29 agosto 1900, fu condannato alla pena dell'ergastolo, di cui i primi sette anni in segregazione cellulare continua, all'interdizione perpetua dei pubblici uffici, all'interdetto legale, alla perdita della capacità di testare ritenendo nullo il testamento che per avventura fosse da lui stato fatto prima della condanna. 
Fin dal momento dell'arresto Bresci dichiarò di professare principi anarchici rivoluzionari e di aver fatto parte, a Patterson, negli Stati Uniti, dove ufficialmente era impiegato in una industria tessile, di un circolo anarchico che pubblicava il periodico La questione sociale. Egli, tuttavia, sostenne che il progetto di uccidere Umberto I era stato una sua iniziativa, pertanto nessun altro anarchico fu chiamato in causa. Trasferito nel penitenziario di Santo Stefano a Ventotene, la mattina del 22 maggio 1901, dopo dieci mesi di reclusione, Gaetano Bresci fu rinvenuto morto. Attorno al collo aveva un nodo scorsoio, fatto con un asciugamano. La morte di Bresci fu attribuita a suicidio.